Epsilon
Tauri
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BIOGRAFIA
Roberto Ioannilli nasce a Formello nella provincia romana ma vive e lavora dal 1990 nelle Marche, nello splendido borgo di Montecosaro (MC). Narratore per vocazione e poeta per ispirazione, il suo scrivere spazia dal sociale, alla fantascienza, toccando l’eros, ma l’argomento preferito è sempre la donna, nel loro essere femmine intelligenti, sensuale e centro di vita unico. Nel suo scrivere c’è la famiglia, l’amore, i viaggi e quel sentire al femminile che oramai è divenuto un suo “pensare la vita”, da questa passione e da questa intensa vita sono nati i romanzi: 1) SOPHIE – Rupe Mutevole Editore di Parma . La storia di una ragazza e dei suoi tre amori ed un lungo viaggio in camper sulle terre di Francia. 2) FIGLIA DI UN PADRE MIGLIORE – Rupe Mutevole Editore di Parma -Scritto con Milena Petretta. La storia di una figlia che rincontra il padre dopo dieci anni e due amiche che sconfinano in limiti forse leciti. 3) VIBRUS – Rupe Mutevole Editore di Parma – Scritto con Silvia Denti, Maurizio Clicec, Piero Pavia e Viviana Ferrari.
Qui a priori c’è la
storia di cinque amici ed un progetto di denuncia dell’
eccesso di mancanza di libertà causato dall’invadenza
dei prodotti legati ad internet. E le donne segnano la nascita del suo interesse per la poesia, nel 2010 nasce: 4) MUJER NATURALEZA – Rupe Mutevole Editore di Parma – Scritto con Silvia Denti e Rossella Cea. - Il profumo è donna come il desiderio, le parole si innalzano per descriverne la bellezza, l’idea è quella di “volare e sentire” natura femmina che si tramuta in poesia. 5) SCRITTURADEISENSI – Narrativa & Poesia editore- Una raccolta di poesie, d’attimi di vita , amore e sofferenza … 6) – pubblicazione premio nelle antologie -SFUMATURE IN JAZZ - POESIA SOTTO LE STELLE - Narrativa e poesia 7) – Pubblicazione premio nell’ antologia - SOGNANDO L’INFINITO – Rupe Mutevole Editore di Parma 8) – premiato con la targa di merito e pubblicazione nell’antologia – MILLE POESIE PER ALDA – Ursini Edizioni
VIBRUS - Anno 2084. L’uso sfrenato della tecnologia ha già messo in ginocchio il pianeta Terra, mentre una tremenda catastrofe dovuta ad un improbabile virus, dà il colpo di grazia a quel poco di “naturale” che circondava la vita degli esseri umani. L’evoluzione tecnico-informatica ha ormai fatto passi da gigante, raggiungendo traguardi inimmaginabili. Del passar delle ore ci si accorge non più guardando l’orologio al polso: è sufficiente alzare gli occhi. Non certo per osservare il sole e vederne la posizione, ma per leggere l’ora proiettata come un ologramma in cielo. Non si può sfuggire al tempo che passa. Non ci sono scuse per dimenticanze e ritardi. Qualcuno ricorda ancora gli orologi, così come qualcuno racconta ancora favole che parlano di fogli di carta, di matite, penne ad inchiostro, biro, pennarelli. Qualcuno racconta ancora sottovoce dei tempi in cui “si scriveva, ci si parlava, ci si toccava”. Già, perché nel 2084 tutto questo è giudicato un’inutile e pericolosa perdita di energie. Un’incomprensibile perdita di tempo. Le persone più anziane ricordano che tutto iniziò, quasi un secolo prima, con la diffusione dei computer, e quando ai sempre più difficili rapporti umani iniziavano a preferirsi le più apparentemente facili conoscenze “virtuali”. E a visi meravigliati ogni tanto raccontano - senza farsi sentire da estranei - di quel tempo, quando tutto era “diverso”. Perché, in quell’oggi, quello del 2084, per comunicare non c’è bisogno di parlare.Così come non c’è bisogno di toccarsi, per tremare d’amore. La situazione precipita inesorabilmente quando dallo spazio viene captato un misterioso segnale che subito risulta pericoloso, letale. E l’allarme coinvolge tutto il pianeta Terra. Perché quel segnale, proveniente da chissà dove, è in realtà un vero e proprio “segnale-virus”, il più subdolo e mortale dei virus mai isolati e conosciuti fino ad allora dalla comunità scientifica mondiale. Un virus che attacca i computer - anche quelli iper sicuri di ultimissima generazione - ma che poi è in grado di contaminare l’essere umano propagandandosi e moltiplicando la propria pericolosità mortale attraverso il suono. Qualunque suono. Attraverso l’orecchio, infatti, il suono/virus invade e colpisce il corpo umano, distruggendo quelle preziose microprotesi vitali impiantate fin dalla nascita alla maggioranza degli esseri umani, perché fossero inattaccabili alle malattie, sempre più perfetti e vicini all’immortalità. Per l’arrivo di questo male sulla Terra viene presto imposto l’assoluto divieto di parlare. Vietata ogni forma di comunicazione verbale ed emozionale: perché tradire un’emozione con la parola, con un verso, con un mugolio, con un qualunque impercettibile suono, può significare non solo uccidere, ma anche impazzire e morire nel peggiore dei modi fra atroci sofferenze. Vietato parlare, dunque, così com’è vietato cantare e suonare. La salvezza non arriva nemmeno dal bracciale già in uso da molti anni che registra e invia bioinformazioni, emozioni, pulsioni, anzi, anch’esso infatti ha intrinseco nel funzionamento il virus. Così si deve abbandonare il prezioso e costoso marchingegno elettronico che suppliva al forzato silenzio della parola e trasformava in impulsi emozionali i pensieri e le sensazioni, che venivano dunque captati e “tradotti” silenziosamente in altrettanti impulsi emozionali alla persona alla quale si volevano inviare. Grazie a quel bracciale, prima del contagio, non c’era dunque più bisogno di parlare, di sfiorare la pelle, di toccare una mano, di baciare. Di rischiare la propria e l’altrui vita. D’altronde le sensazioni ricevute dal corpo erano assolutamente identiche, perfette. E sane, pulite.Così dal non “poter” parlare, si passa presto al non “saper” più parlare. C’è ormai sulla Terra l’abitudine ad essere supportati anche nel linguaggio dalle macchine. Quando anche gli animali vengono contagiati divenendo anch’essi veicolo di trasmissione del male, appare chiaro che l’unica via d’uscita è partire, lasciare la Terra per andare a vivere nei pianeti vicini che risultavano indenni al virus. Pagina dopo pagina, ViBrus ci descrive un mondo inquietante, raccontandoci un pianeta Terra apocalittico, angosciante, opprimente. La via d’uscita, il raggio di sole, la speranza, la propone chi, come un moderno guerrigliero, intende ribellarsi a quella vita tutta “virtuale”, rivendicando il rischio di ritornare proprio al valore della vita “reale”. Come un messaggio portato dal mare in una bottiglia, Azzurra - attraverso un “plat de rue”, postazione computerizzata stradale pubblica - scrive all’amico Gabbiano un brevissimo appello: senza troppe spiegazioni lo invita a raggiungere un posto lontano, isolato, nascosto, quasi irraggiungibile, racchiuso e protetto fra i monti e le valli dell’Appennino tosco-emiliano. La salvezza per chi vuole rimanere, per chi intende “resistere”, è fra le millenarie mura di un piccolo borgo dimenticato. Un luogo perfetto per tornare al passato: quello fatto di sensi, del sentire con le orecchie, del parlare con la bocca, del toccarsi con le dita. Un luogo perfetto per tornare indietro, per ricominciare da zero. Un luogo dove si potrà recuperare e insegnare di nuovo il rivoluzionario valore della parola, della comunicazione “reale”. Il valore del comprendersi, del capirsi. Del parlare e dell’ascoltare. ViBrus è solo inquietante visione di quello che potrebbe accadere, o è anche una velata metafora del momento che oggi viviamo? Certo, ViBrus e il suo mondo non appaiono poi così tanto difficili da interpretare. Perché queste pagine sembrano dirci che oggi - così come certamente sarà nel 2084 - il banale segreto di ogni pace, in fondo, è proprio “ascoltare” e “parlare”. Non stancandosi mai né di parlare, né di ascoltare. DARIO CELLI
FIGLIA DI UN PADRE MIGLIORE - Ho baciato il mio Professore di Matematica! ...è un po’ che non ti scrivo, ho recuperato il debito scolastico in matematica, tutto merito di Luca, no, non è un mio compagno di classe, è il prof. che mi aiuta a studiare di pomeriggio, devo dire che la matematica è tecnicamente affascinante. Lui ha trent’anni, si è laureato da poco, ha un modo di spiegare la lezione che sembra trascinare con sé l'attenzione, colloca gli esercizi in una nuova dimensione, lascia che ogni singolo argomento di matematica entri a far parte della logica, è una sua tecnica tutta particolare. Qualche settimana fa, nei cinque minuti di break, siamo usciti a fumare una sigaretta, lui ha dato fuoco a una e me l'ha passata, i suoi occhi mi guardavano fissi, quasi mi costringevano con le spalle al muro, ero imbarazzata nell'accettare, ma ho fatto di tutto per nasconderlo, per spavalderia parlavo d'altro, della festa del sabato precedente, cambiavo discorso, lui sembrava non interessato. Mi ha tolto la sigaretta dalle dita, l'ha gettata a terra, l'ha spenta con la punta della scarpa, come per spegnere i miei discorsi logorroici e in un attimo ha investito tutto ciò che ero in quel momento, ho sentito le sue labbra bagnate, l'irruenza con cui mi stringeva era irrefrenabile e travolgente, quasi non riuscivo a respirare, mi ha creato agitazione, ma il mio corpo tra le sue braccia era a suo agio. Poi si è ritratto, mi ha guardata, mi ha sussurrato che sono bella. Non avrà notato il mio arrossire, abbiamo cercato di studiare ancora … impossibile! Leggere di quel bacio lo aveva sconvolto, amareggiato, pensare ad un professore che approfitti di tua figlia non è certo il massimo, solo che quel senso d’amaro faceva fatica a passargli, in fondo, pensò, si trattava solo di un bacio, prese la cosa in maniera abbastanza tranquilla, poi pensò che il baciatore istruito, aveva trent’anni, non erano pochi vista l’età di lei, ma seppur lei fosse ancora minorenne, riuscì a dare un senso di normalità a quella situazione. Pensò ancora, ad una sua avventura sentimentale, avuta prima del matrimonio, con una ragazzina dell’età di sua figlia, niente di che, non era successo nulla, ma lui se n’era innamorato. Tra quei pensieri e teneri ricordi, gli balenò un dubbio, ma … non sarà che … tutte quelle mail?! Per un attimo pensando alla durezza di certe cose che aveva letto, pensò a quale fosse lo scopo di sua figlia? Forse vendicarsi? La sua testa prese quella direzione senza il suo consenso, ma se così fosse stato, lei lo avrebbe fatto solo per odio verso di lui. Deglutì come per ingoiare un boccone amaro, pensò che se sua figlia avesse saputo la verità, forse adesso sarebbe stato tutto diverso. Sì! Forse sarebbe stata un’altra cosa, ma a quale prezzo? Pensando a lei gli venne in mente un viso di ragazza, forse Sara era così? O come adesso? Cosa le era successo? Perché gli aveva mandato quelle e-mail? Gli mancava, fortemente gli mancava!
SCRITTURADEISENSI - L’attimo che entusiasma, incontro tra pensiero ed essere, emozioni di pelle che trasudano d’esterno, contagiano! E’ il mio modo di copiare su carta ciò che i sensi regalano al sentire. “SCRITTURADEISENSI “non è uno sforzo della mente finalizzato allo scrivere, ma vita, gioia, amicizia, amore profondo, estasi del corpo, odore dei respiri, eros d’anima. Poi c’è la notte e l’equilibrio che natura detta può portare sofferenza - nella poesia SULLA CROCE c’è l’uomo Dio, nell’attimo del suo soffrire, trucida l’immagine, ma perfettamente umana. Come satelliti il dolore porta menzogna, rabbia, inimicizia, falsità e altre nefandezze. Sono questi gli attimi in cui la pelle stride contro l’esistere, scuotendo intelligenza e valori. Momenti terribili in cui la sensibilità si educa, affinando dolori in tagli sanguinanti più del dovuto, dove ricordi malinconici vorrebbero incrinare la speranza. SCRITTURADEISENSI è la mia voglia di far percepire “l’oltre” dei sensi. D’inchiostro mi sono immerso nel vedere al “ femminile donna” e con esso ho navigato fin dove la comprensione, nel cercare l’attimo, s’è avvicinata alla pazzia.
Roberto – Sempre pronto a carpire scintille fluttuanti di emozioni, Roberto, lo scrittore ‘de los sentidos’ si riflette nell’immagine cosmica e positiva della natura, regalandoci il senso profondo della gioia dell’esistenza. ROSSELLA CEA
Antologia in cui Roberto Ioannilli è presente con dei racconti
Antologia in cui Roberto Ioannilli è presente con delle poesie
Antologia in cui Roberto Ioannilli è presente con la poesia " Il rispetto che ti devo "
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![]() Roberto premiato
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Una
poesia di Roberto Ioannilli inclusa nell’antologia
(Da Montecorriere) Merito
e targa ufficiale ricevuti ad aprile 2013! Di
seguito la poesia inserita nell' antologia "Mille voci per Alda" IL RISPETTO CHE TI DEVO Se
io fossi uno sciocco t'ascolterei,
Roberto Ioannilli – diritti riservati – settembre 2012
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L’ attimo che entusiasma, incontro tra pensiero ed essere, emozioni di pelle che trasudano d’ esterno, contagiano! E’ il mio modo di copiare su carta ciò che i sensi regalano al sentire. "SCRITTURADEISENSI "non è uno sforzo della mente finalizzato allo scrivere, ma vita, gioia, amicizia, amore profondo, estasi del corpo, odore dei respiri, eros d’anima. Poi c’è la notte e l’equilibrio che natura detta può portare sofferenza - nella poesia SULLA CROCE c’è l’uomo Dio, nell’attimo del suo soffrire, trucida l’ immagine, ma perfettamente umana. Come satelliti il dolore porta menzogna, rabbia, inimicizia, falsità e altre nefandezze. Sono questi gli attimi in cui la pelle stride contro l’esistere, scuotendo intelligenza e valori. Momenti terribili in cui la sensibilità si educa, affinando dolori in tagli sanguinanti più del dovuto, dove ricordi malinconici vorrebbero incrinare la speranza. SCRITTURADEISENSI è la mia
voglia di far percepire D’inchiostro mi sono immerso nel vedere al " femminile donna " e con esso ho navigato fin dove la comprensione, nel cercare l’ attimo, s’è avvicinata alla pazzia. Roberto Ioannilli Da " http://blog.libero.it/recensire/view.php"
Una ricerca che, come spiega lo stesso autore, è condizionata da un personale alfabeto morale, quasi un prologo al suo poetare che non dispensa però metafisiche, regole o diktat morali, ma piuttosto regala suggestive perle di saggezza: "il giorno è una notte che spera/… di sole", mentre la notte è: "stessa vita dipinta di nero,/diversa illusione". Una complementarietà dell’essere e dell’Universo che unisce ed armonicamente convive. L’amore è dunque il passo che accompagna il giorno, il pensiero che culla la notte, la scoperta che non inganna ed il tempo che non ha fine: "Voglio svegliare l’amore,/di lui al centro di lei,/giorni infiniti a guardarsi". L’amore è linfa vitale di cui nutrirsi e nutrire, il vero imperativo categorico che riempie l’esistenza; è un darsi, un concedersi senza se e senza ma, con l’unico scopo di ritrovarsi uniti nello stesso destino: "Nei tuoi occhi/inseguo sentieri dell'immaginazione, /ed infinitesimali fiocchi di tempo,/ trasportano il tuo te,/nel mio io." Eco di vita che risuona di sempre, l’amore diventa per Ioannilli certezza, dono che non va sprecato, deluso, offeso. E’ "speranza che t’immerga/per sempre nel mio unico mare." Con questa suggestione, l’uomo ed il poeta allontana da sé e dal suo vissuto le distanze, le arrese, i possibili vuoti. E’ un sentire pieno del cuore che pulsa e riempie le ore: "non fuggire dai miei sorrisi,/imbrattali di sapori di corpo,/ed esulta all'amore e gioisci/d'immenso nell'immenso vivere." E solo chi ha scelto di amare e di lasciarsi amare così profondamente può vivere, sentire e cantare il dolore, l’amicizia, le miserie umane e l’eros come volti diversi dello stesso fine universale. Ioannilli, in fondo, ci racconta e celebra una rinascita, così intensa da farsi verità: "non permettete/che la tristezza e la menzogna/o il nulla ,si impossessino di nuovo di me,/perché la vita è un regalo che io voglio festeggiare." Elena Variale
L'AUTORE Roberto Ioannilli nasce a Formello nella provincia romana ma vive e lavora dal 1990 nelle Marche, nello splendido borgo di Montecosaro (MC).Dalle lezioni di figura nelle aule del liceo artistico, ai ritratti per le strade di Rimini, il filo conduttore è sempre la Donna … dentro e fuori … un chiodo fisso che diventa studio. A 18 anni inizia a scrivere per dei giornali locali. Inconsapevolmente artista e preso da mille passioni … sposta il suo interesse/fare, nella ristrutturazione artistica edile e sui mobili in muratura … la manualità è l’asso vincente … le richieste diventano lavoro … ma la vita ha i suoi ritmi e l’essere artista viene sostituito da un sogno più grande, quello di essere marito di una donna speciale e papà a tempo pieno … Convinto da sempre, con certezza assoluta, che i sogni siano delle realtà da cercare … ne va alla ricerca … e come sempre la fortuna paga e alla soglia dei cinquant’anni quei sogni mai sopiti vengono ad accodarsi a quelli realizzati. Narratore per vocazione e poeta per ispirazione, ritorna a scrivere. L’argomento del suo interesse sono sempre le donne "la sua donna", nel loro essere femmine intelligenti, sensuali e centro di vita unico. Al centro del suo scrivere c’è la famiglia, l’amore, i viaggi e quel sentire al femminile che oramai è divenuto un suo modo di vita, da questa passione e da questa intensa vita sono nati i romanzi:
IN CAMPER CON MARIE, Rupe Mutevole, Parma, 2008 FIGLIA DI UN PADRE MIGLIORE, scritto con Milena Petretta Rupe Mutevole, 2009 MUJER NATURALEZA, scritto con Silvia Denti e Rossella Cea Rupe Mutevole, Parma, 2009 VIBRUS, scritto con Silvia Denti, Maurizio Clicec, Piero Porta e Viviana Ferrari Rupe Mutevole, Parma, 2011 SCRITTURADEISENSI, Narrativa e Poesia, 2012 Nel 2012 è stato inoltre inserito con 4 racconti brevi nelle antologie - SFUMATURE IN JAZZ e POESIA SOTTO LE STELLE 2 - di Tiziana Mignosa e Maria Grazia Vai - Edite da Narrativa e Poesia. -o-o-0-o-o-
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Il
nuovo romanzo di Roberto Ioannilli & C (Roberto Ioannilli)
La situazione precipita inesorabilmente quando dallo spazio viene
captato un misterioso segnale che subito risulta pericoloso, letale. E
l’allarme coinvolge tutto il pianeta Terra.
Perché quel segnale, proveniente da chissà dove, è in realtà un
vero e proprio “segnale-virus”, il più subdolo e mortale dei virus mai
isolati e conosciuti fino ad allora dalla comunità scientifica mondiale. Un
virus che attacca i computer - anche quelli iper sicuri di ultimissima
generazione - ma che poi è in grado di contaminare l’essere umano
propagandandosi e moltiplicando la propria pericolosità mortale attraverso il
suono. Qualunque suono. Vietata
ogni forma di comunicazione verbale ed emozionale: perché tradire
un’emozione con la parola, con un verso, con un mugolio, con un qualunque
impercettibile suono, può significare non solo uccidere, ma anche impazzire e
morire nel peggiore dei modi fra atroci sofferenze. Vietato
parlare, dunque, così com’è vietato cantare e suonare. La
salvezza non arriva nemmeno dal bracciale già in uso da molti anni che
registra e invia bioinformazioni, emozioni, pulsioni, anzi, anch’esso
infatti ha intrinseco nel funzionamento il virus. Così si deve abbandonare il
prezioso e costoso marchingegno elettronico che suppliva al forzato silenzio
della parola e trasformava in impulsi emozionali i pensieri e le sensazioni,
che venivano dunque captati e “tradotti” silenziosamente in altrettanti
impulsi emozionali alla persona alla quale si volevano inviare.
Grazie a quel bracciale, prima del contagio, non c’era dunque più
bisogno di parlare, di sfiorare la pelle, di toccare una mano, di baciare. Di
rischiare la propria e l’altrui vita. D’altronde le sensazioni ricevute
dal corpo erano assolutamente identiche, perfette. E sane, pulite. Così
dal non “poter” parlare, si passa presto al non “saper” più parlare.
C’è ormai sulla Terra l’abitudine ad essere supportati anche nel
linguaggio dalle macchine. Quando
anche gli animali vengono contagiati divenendo anch’essi veicolo di
trasmissione del male, appare chiaro che l’unica via d’uscita è partire,
lasciare la Terra per andare a vivere nei pianeti vicini che risultavano
indenni al virus.
Pagina dopo pagina, ViBrus ci
descrive un mondo inquietante, raccontandoci un pianeta Terra apocalittico,
angosciante, opprimente.
La via d’uscita, il raggio
di sole, la speranza, la propone chi, come un moderno guerrigliero, intende
ribellarsi a quella vita tutta “virtuale”, rivendicando il rischio di
ritornare proprio al valore della vita “reale”. Come
un messaggio portato dal mare in una bottiglia, Azzurra - attraverso un
“plat de rue”, postazione computerizzata stradale pubblica - scrive
all’amico Gabbiano un brevissimo appello: senza troppe spiegazioni lo invita
a raggiungere un posto lontano, isolato, nascosto, quasi irraggiungibile,
racchiuso e protetto fra i monti e le valli dell’Appennino tosco-emiliano. La
salvezza per chi vuole rimanere, per chi intende “resistere”, è fra le
millenarie mura di un piccolo borgo dimenticato. Un luogo perfetto per tornare
al passato: quello fatto di sensi, del sentire con le orecchie, del parlare
con la bocca, del toccarsi con le dita.
Un luogo perfetto per tornare indietro, per ricominciare da zero. Un
luogo dove si potrà recuperare e insegnare di nuovo il rivoluzionario valore
della parola, della comunicazione “reale”. Il valore del comprendersi, del
capirsi. Del parlare e dell’ascoltare.
ViBrus è solo inquietante
visione di quello che potrebbe accadere, o è anche una velata metafora del
momento che oggi viviamo? Certo,
ViBrus e il suo mondo non appaiono poi così tanto difficili da interpretare. Perché
queste pagine sembrano dirci che oggi - così come certamente sarà nel 2084 -
il banale segreto di ogni pace, in fondo, è proprio “ascoltare” e
“parlare”. Non
stancandosi mai né di parlare, né di ascoltare. Dario
Celli da
http://www.vibrus.altervista.org/
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Due
nuovi libri Il mese di Ottobre è stato un mese prolifico per il nostro amico e socio Roberto Ioannilli. Di seguito, a poca distanza l’uno dall’altro sono usciti, prima una raccolta di poesie "Mujer naturaleza" di Roberto Ioannilli, Silvia Denti e Rossella Cea, dove la natura femmina, domina sulla vita e sulle emozioni delle persone e poi il romanzo che attendevamo da tempo "Figlia di un padre migliore" di Roberto Ioannilli e Milena Petretta - è la storia di un padre di Civitanova Marche, che a causa della separazione dalla moglie perde i contatti con la propria figlia per dieci anni… poi per un incredibile scherzo di internet …. Curiosi? Speriamo di si! Per
acquistarlo o per informazioni scrivete una mail a rioanni@tin.it
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cerimonia di presentazione del libro
"In camper con Marie"
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