Annibal
Caro
Alla città natale
(sonetto
dedicato a Civitanova Alta)
Godi,
Patria mia cara, or ch’i tuoi figli
Così tranquillamente in pace
accogli,
che pur dianzi fremean d’ire e
d’orgogli
e di sangue ancor caldo eran
vermigli.
E
perché il seme di così buon consigli
fiori e frutti d’amor sempre
germogli,
invaghiscigli pur, com’or
l’invogli,
a finir le lor morti e i tuoi
perigli.
Spegni
l’odio e l’invisa ond’ha radice
col nostro error la fronda del
vicino,
che fa il popol tuo da te rubello.
Così
vedrotti ancor terra felice
tal, che forse dall’Adria
all’Appennino
Pico
non vide mai nido sì bello.
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